Era
un po' di tempo, oltre sei mesi, che mancavo da uno di quei posti in
Italia che ho la fortuna di poter chiamare casa e cominciavo a
sentirne forte la mancanza, sentivo il bisogno di tornarci per
qualche giorno e così ho fatto. Lì ho ritrovato alcuni affetti e
amici importanti, quel tipo di affetti ed amici che sai essere una
certezza, quelli che sai che ci saranno sempre, nonostante il tempo e
la lontananza. Questa volta però tornandoci ho percepito qualcosa di
diverso, nella mia mente e soprattutto nella mia anima, è stato come
se in mia assenza il tempo si fosse fermato, tutto era
misteriosamente e amaramente uguale, tutto tranne una cosa: la
quantità di infelicità sul viso e nelle parole delle persone, quella purtroppo era notevolmente aumentata.
Già durante
le mie ultime visite, le serate che un tempo venivano trascorse in
modo spensierato ed allegro sono state ahimé pian piano sostituite
da altre, col passare del tempo oltre all'età ;) è aumentato il
numero di preoccupazioni, di scontento, di frustrazioni. Una buona
parte degli argomenti leggeri e divertenti hanno lasciato purtroppo
il posto ai problemi. Gli ambiti sono i più disparati: lavoro,
famiglia, relazioni, spread, politica e 'grazie' alla televisione
anche il clima, ma il comune denominatore è uno solo: se ne parla,
se ne parla tanto, tantissimo. Molti di questi problemi erano magari
già presenti un anno o due fa o a volte anche di più, ma ora è
aumentata esponenzialmente la quantità di tempo dedicata a parlarne
e il livello di serenità/FELICITA' generale sembra essersi
notevolmente abbassato.
Tutto
normale fino a qui direte voi, certo è così, le difficoltà
sembrano essere ovunque all'ordine del giorno, infatti è a me stessa
e poi all'Italia in generale che vorrei rivolgere delle domande? Cosa
sto facendo e cosa viene fatto quotidianamente nella vita di ognuno di
noi per cambiare le cose? Molto, poco, nulla, abbastanza? Ad
esempio chi come me ha la fortuna di SAPERE COSA VUOLE che cosa sta
facendo per realizzarlo? E chi ancora non lo sa, quanto tempo sta
dedicando a scoprirlo? E' giusto accettare la sofferenza in attesa di
momenti migliori pur non avendo la garanzia che arriveranno? O
sarebbe meglio prendere il coraggio a due mani e iniziare ora a
cambiare qualcosa? Il vero coraggio è accettare la situazione o
affrontare il cambiamento? Perché viviamo buona parte della nostra
vita come se avessimo la garanzia di averne una di riserva?
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