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domenica 24 marzo 2013

So cosa voglio

Il compleanno di un'amica speciale ed un'occasione per riflettere, su dove sono, lungo la linea temporale della mia vita. Le giornate scorrono veloci, e sono quasi cinque mesi che ci troviamo sull'isola. Felicità: 10. Rimpianti: 0. Questo è il risultato delle prime somme tirate. Il caldo, il sole ed i devo sostituiti dai voglio sono, forse non in quest'ordine, i primi tre elementi che mi fanno stare bene qui in questo fantastico angolo di mondo.

Ho lasciato tante cose alle mie spalle, molte delle quali materiali, e come dice la mia vicina 'cosmica', per compiere un viaggio è bene avere un equipaggiamento leggero, solo così si potrà arrivare lontano.

Guardo le case altrui, e ripenso a quando anche la mia era definita nei colori, nei dettagli, negli abbinamenti, e a quando avevo vari vestiti tra cui scegliere, potendo 'perdere' del tempo davanti ad un armadio nel tentativo di prendere la decisione giusta. Ora mi sento leggera, più leggera, e questo è un bene, anche se talvolta fatico ancora a ricordare che gli oggetti sono fatti per essere usati, e non amati, perché per quello ci sono le persone.

Sono Felice, seppur riflessiva, e pronta a tornare in Italia per qualche giorno tra un paio di mesi per vedere che effetto fa. Probabilmente sarà ancora più bello tornare a 'casa'...qui. E' strano come nei miei discorsi la parola casa si colleghi in momenti differenti a luoghi differenti. A volte casa è qui, nella mia Fuerteventura, a volte è a Milano, ed altre ancora è in Toscana. Casa è dove stai bene, e dove hai voglia di tornare perché sai che starai bene.

Dei nuovi amici stanno per cambiare isola, per spostarsi nuovamente, seguendo un sogno. Hanno deciso di andare a vivere in un caravan, lavorando un pezzetto di terra, per tornare alle origini, per uscire dal sistema, ed anche questo per me è uno spunto su cui riflettere.

Oggi, o forse ieri, mi sono resa conto di una cosa, mi sono accorta, proprio come se nella mia anima si fosse accesa una lucetta, che in tutta la mia vita, fin da quando ero bambina, c'è sempre stato un filo conduttore, un unico ed  immancabile 'So cosa voglio', che mi ha accompagnata in tutte le età: il voler girare il mondo. E per questo lancio il mio messaggio all'universo e lo ringrazio per avermi messo su questo meraviglioso cammino preparativo.
Grazie :)

mercoledì 6 marzo 2013

Morte e Felicità


Mettermi a bordo piscina, di traverso, sollevare una gamba sull'acqua e poi lasciarmici cadere dentro, dritta facendo, solo un leggero saltello.

Oppure lasciarmi cadere con tutto il corpo in avanti e vedere cosa si prova ad entrare in acqua di faccia. O prendere la rincorsa, lontana, e poi buttarmi a bomba incurante delle future proteste dei vicini bagnanti.

Questo farei in questo momento se solo ne avessi il coraggio. 

Certo non è una gran cosa, o una vera prova di temerarietà, ma a 37 anni suonati la gente non si aspetta un comportamento simile da una ragazza per bene, soprattutto è sola e non contornata da un gruppo chiassoso.

Mesi fa con degli amici riflettevo sulla possibilità di salire su una giostra riservata ai bambini, una di quelle con tanti cavalli e carrozze, e di farlo in un momento qualsiasi della giornata, sola, senza la compagnia e l'appoggio di nessuno. Anche questa non è sicuramente una di quelle che si definiscono le grandi sfide della vita, ma solo l'idea di avvicinarmi al chiosco, comprare un biglietto, scegliere un cavallo e sedermici sopra per cominciare a girare, dal mio 1 metro e 75, mi terrorizzava. Vedevo già nella mia mente gli sguardi attoniti della gente...

Solo qualche mese dopo a Milano, in un piccolo parco giochi di quartiere, mi sono seduta su un'altalena, io da sempre adoro le altalene, e dopo aver 'mosso i primi passi' un anziano signore travestito da guardiaparchi si è avvicinato per sgridarmi, in malo modo... serio serio e io, come direbbe il mio amico Roby, ci ho patito...e, rammaricata, mi sono scusata...

Ieri sera ho iniziato la lettura di uno dei libri consigliatici da Davide "Le vostre zone erronee" e volete sapere con quale frase si apre quello che già dopo solo una trentina di pagine definirei un capolavoro... 

Quanto è lontana la tua morte?

L'ho trovata una frase di una potenza meravigliosa. E forse adesso mi alzo, prendo la rincorsa e faccio un tuffo bomba che qui a Fuerteventura rimarrà nella storia!

sabato 23 febbraio 2013

Semplicità e Felicità

Siamo sull'isola da quasi quattro mesi, ma ancora in quella zona non ci eravamo mai stati, là a Corralejo, proprio dietro alle grandi pale eoliche che danno corrente al desalinizzatore. Come dice P. lì Lanzarote ti sembra davvero a portata di sguardo e hai l'idea che tirando un sasso tu possa colpire qualcuno che sta facendo i tuoi stessi pensieri, dall'altra parte. Le onde si infrangono fragorose e il mare assume delle sfumature di blu tanto intense da rimanerti impresse nella mente.

La roccia è nera, lavica e qualche cespuglio verde e fiorellini lilla le fanno da decoro. Quando il sole batte il cielo blu ti avvolge e l'aria del mare decide il ritmo del tuo respiro. Sulla destra Corralejo, bianca e bassa, con qualche dettaglio colorato, anche da lontano sembra davvero bella quanto lo è nella realtà. I gabbiani e qualche filo da pesca portato dal mare.

Un ragazzo viene verso di noi, che camminiamo lungo un sentiero sterrato, un computer sotto braccio e un piccolo cane festoso libero al suo fianco. Proseguiamo e in poche decine di metri ci imbattiamo in un paio di macchine parcheggiate e in un paio di casine. Dico casine e non baracche, come forse andrebbero chiamate, perché a me è così che sono apparse.

In mezzo a quello che in tanti definirebbero 'nulla' due casine fatte di sassi, quegli stessi sassi di lava che io tento di evitare camminando per non stortarmi una caviglia :) Sassi impilati con cura, qualche legno di ripiego, assi e persino dei vetri a formare delle finestre. C'è addirittura un piccolo dehors, anch'esso fatto di piccole pietre impilate, dietro cui ripararsi quando il vento tira troppo forte.

Non c'è luce, nè acqua là, e probabilmente nemmeno tasse di soggiorno o Imu da pagare. Ci sono 4 persone nel dehors, giovani, in costume, ridono sotto al sole e mangiano e bevono qualcosa in compagnia. Chissà se sono loro gli abitanti della casa? Chissà se vivono lì ogni giorno dell'anno? E come fanno per il bagno?

Io mi riempio di domande e vorrei per un attimo sentire una voce che mi chieda di unirmi a quel tavolo e che mi racconti una storia che ho tanta voglia di sentire. Una storia di libertà, autenticità e felicità.

Ci sono degli oggetti probabilmente portati dal mare a decorare quelle casine. Una boa, un pezzo di legno colorato, una corda annodata, sono davvero belle ed io ne rimango oltremodo affascinata.

Chissà quale sarà il mio destino e cosa mi aspetta? Chissà se anch'io un giorno deciderò/riuscirò a spogliarmi di tutto ciò che non è necessario? E come sarà vivere con il ritmo della luce naturale anziché di quella artificiale? Dormire nel silenzio delle onde. Della natura.

Per ora torno a casa, contenta delle mie scelte e un pò più sicura di me, sento che sono sulla strada giusta. Sento la mia anima gridare forte che la felicità è da questa parte.

domenica 17 febbraio 2013

Riflessioni sulla Felicità

Troppe volte mi dimentico di essere grata per ciò che ho e solo nel momento in cui vado a perdere una cosa riesco a darle l'importanza che merita, a capire quanto valeva quella cosa per me. Quante volte mi sono svegliata al mattino sbuffando, magari perché dovevo raggiungere un posto di lavoro che in fondo in fondo non mi piaceva e mi estrometteva, secondo me, da quella voglia di libertà che tanto sento e sentivo crescere dentro? E mi chiedevo, così come mi avevano insegnato i libri, ma se per caso sapessi di dover lasciare questo mondo domani, sarebbe davvero questa la cosa che vorrei fare oggi? Nel mio ultimo giorno su questa terra? Lavorare? Giusto, vero, ma al contempo non mi ero mai domandata: come mi sentirei se alzandomi domani quel posto di lavoro non esistesse più? E se fossi certa che non tornasse, come mi sentirei? La risposta l'ho avuta ieri con una sensazione sgradevole e dura sulla mia pelle: male, vuota e soprattutto insicura perché in questa realtà mi è stato insegnato che niente soldi significa niente vita. Proprio ieri ho chiesto all'universo di restituirmelo quel lavoro, lo stesso che a volte, troppe volte, ho snobbato e sottovalutato. Ma non succederà più.

Altre volte ho dato e do per scontato le persone che ho accanto, e qualcuno di voi silenziosamente è riuscito a farmelo notare, (ed io vi ringrazio per questo), senza accorgermi di quanto senza di loro mi sentirei incompleta. Poi basta una piccola malattia, una lontananza, un fatto, una linea di febbre o una connessione che non funziona per tornare ad essere quella crocerossina affettuosa ed innamorata che in realtà sono. Come sarebbe in questo caso la vita di ogni giorno se solo riuscissimo a comportarci come se fosse l'ultimo?

Ieri sera Luca ed io abbiamo conosciuto per l'ennesima volta due persone speciali, che come altre sono venute sull'isola per inseguire un sogno e per capire se, come lo è stato per noi, potrebbe essere questo il loro posto. Io mi sono sentita in particolar modo grata, entusiasta e piena di Felicità. Che esseri meravigliosi siamo noi umani, quanto siamo in grado di dare e di trasmettere quando esiste un intento comune chiamato felicità. La scorsa settimana abbiamo trascorso cinque giornate meravigliose con una persona mai conosciuta prima, anche lui portato dal blog e di cui qualcosa ho già raccontato, arrivato a noi e a Fuerte come un regalo inaspettato con cui in pochissimi giorni si è creato un legame importante e da ogni punto di vista indissolubile. Riccardo ci è entrato nel cuore e difficilmente ne uscirà.

Ieri invece è stata la volta di Federica e Marco, una coppia favolosa ed autentica, anche loro sognatori come noi, e come tutti coloro che per un attimo si sono fermati ad osservarsi; due persone che ancora una volta ci hanno ricordato quanto possono essere importanti ed uniche le relazioni interpersonali, le persone, gli sguardi, un sorriso, un gesto, una parola detta piano, un bisogno di condivisione ed un tentativo di cercare una sicurezza in più, una mano sulla quale appoggiare la propria.

Ogni giorno mi innamoro di più del mondo ed ogni giorno imparo a rispettarne la grandezza e la potenza. Dopo un'esperienza particolare, accaduta ieri, che mi ha fatto riscoprire tutta la mia fragilità ed umanità vorrei salire sulla montagna più alta e gridare forte siate sempre grati per quello che avete e non dimenticate mai che l'unica e vera cosa importante è l'amore, sotto tutte le sue forme. Sono grata per quello che ho e scelgo in ogni istante di dimostrarlo a me stessa, prendendomi cura della mia vita e della mia anima. Grazie!

mercoledì 13 febbraio 2013

El Cotillo e Felicità

Un piccolo paese a nord ovest di Fuerteventura, El Cotillo, un insieme di case, più o meno belle, più o meno frutto della speculazione edilizia. Due porticcioli, in riva al mare, naturalmente, racchiusi e protetti da due promontori naturali.
Belli, da cartolina, con tutte quelle barchette colorate e quell'augurio di buena suerte a tutti i viaggiatori del mare.
Guardando ad ovest, oltre alla torre, fatico a capire se mi trovo in Australia o in Irlanda. Con quella spiaggia sconfinata, quelle scogliere maestose che sembrano uscite da un dipinto e quei surfisti che a pelo dell'acqua aspettano l'onda.
Di fronte a me sole e gabbiani.
Torno ad est e trovo una spiaggia bianca, morbida, racchiusa e sicura. Dove la bassa marea è capace di creare piscine naturali di rara bellezza. Cammino sulle ondine di sabbia, le schiaccio, ed è proprio come fossi sotto il mare e come se io fossi un enorme granchio. Dietro agli scogli che mi proteggono le onde si infrangono forti e potenti. 
Senti che rumore che fanno, sembra quasi un'esplosione. Ci sono delle orme di piccoli uccellini. Che decorazione meravigliosa di qualcosa che di per sé è già perfetta.

E' proprio qui nel porticciolo antico che abbiamo trovato il Bar Central e di colpo un posto visto fino ad ora solo nei nostri sogni sembra essersi materializzato. Una cucina come quella che avresti voluto avesse tua nonna, bianca e smaltata, con quei tanti piccoli fuochi. Frutta, verdura, spezie e voci a riempirla. Piatti sporchi accatastati. Pentolini neri e fumanti che sfrigolano sulle fiamme. Profumi e colori.
Niente tavoli all'interno. Solo qualche sedia e un anziano signore che mi guarda chiedendosi cosa faccia in casa sua.
Fuori una quindicina di tavoli, ombrelloni a ripararci dalla luce del sole e da quella della luna, mura bianche ai lati della piazza e qualche cane che ci saluta e ci guarda con gli occhi del gatto di Shrek. Tovaglie a quadri, proprio come è giusto che sia, birra, pulpo e gambas a la sal. Risate. Ed il tempo che si ferma imprimendosi nella memoria. Grazie.

Grazie Grazie Grazie

Dopo aver letto il tuo messaggio ho guardato le foto fatte negli ultimi giorni, mentre tu eri qui, e mi ci sono persa dentro. Avevi ragione, sono belle, e anche noi lo siamo. Soprattutto quando ridiamo o sorridiamo, quindi quasi sempre :)
E quanto è bella la mia isola, la nostra isola, e quanto lo è ancora di più quando ci siamo noi, Felici, a farle da cornice.
Ci sono tante cose, io credo, per cui vale la pena vivere, e le persone sono una di queste. E che persone...
Ci tengo proprio a ringraziare l'Universo per avermi regalato gli ultimi giorni, un'altra esperienza unica, indimenticabile, vera.

Spiaggia, roccia, lava, capre, quella signora racchiusa nel suo grosso foulard colorato che le incorniciava il viso, qualche cane legato, alcuni appisolati all'ombra, altri come scagliati contro le macchine che passavano piano, il cielo, a proteggerci, il calore del sole che mi scaldava il viso e i vestiti. Una medusa da salvare.
La sabbia sotto ai piedi. Una pausa silenziosa e piena di significato e la voglia di sentire nuovamente la vostra voce e i vostri pensieri. Sentire forte che le persone che hai accanto sono lì anche per te. Sapere di essere al sicuro e godere del tempo che ci è concesso.
Il cuore di riempie di gioia, di affetto, di amore e di gratitudine epr il momento presente, per quelle risate che non dimenticherò e per quella natura venuta ad insegnarci qualcosa o forse solo a ricordarci che quel qualcosa lo sapevamo già.
I colori, la luce ed il buio, le stelle, la luna che torna a sorridere e quel 'Hasta mañana' che non dimenticheremo mai. Grazie!

sabato 9 febbraio 2013

EVERY CHANGES ONCE YOU CHANGE!

Sentire il corpo che sprizza energia e che ti indica la strada da seguire, sentire che è felice (quasi quanto te ;) e che ti dice che sta bene, di continuare così. Abbracciare un albero, una palma in questo caso.  Accarezzarla e sentirne subito la forza, la potenza e l'estrema bontà, giocare con le dita in una pozza d'acqua e poi fermarsi a contemplare la magia della propria ombra, guardare un uccello lasciarsi trasportare dalla corrente d'aria. Un bambino che sogna di imparare a nuotare, un gatto che miagola per far notare la sua presenza, pronto a ricevere le coccole. Arrivare in fondo alla vasca della piscina e trovare la forza per girarsi su se stessi e ripercorrerla nel senso opposto, un bruco, una farfalla, un elfo :), scoprire che il rosso ed il nero dipinti su una coccinella non rappresentano le sue ali, ma un'allegra corazza con la quale si difende dagli urti. La speranza delle persone, la voglia di cambiare e di andare...

La magia di una risata, la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro, la fede in quella che noi esseri umani chiamiamo fortuna.
Chiedersi di nuovo se si è bruchi o farfalle e sentire che forse la parte migliore sta proprio nel mezzo e che anche la farfalla più bella possa aspirare ad esserlo ancora di più.

Voglia di sole, di sabbia sotto i piedi, di caldo, di aria, di natura in cui fondersi per sentirsi di nuovo in quell'Uno.
Voglia di fermare il tempo e vivere con tutta l'intensità possibile il meraviglioso momento presente. Immaginarsi già là dove vuoi arrivare e godere della sensazione. Riconoscere la Felicità ed accoglierla.
Sapere chi vuoi essere e sapere di potercisi trasformare in un istante. E' sufficiente scegliere di farlo, basta solo decidere.

lunedì 4 febbraio 2013

Sport e Felicità

Cronaca di un mercoledì da leoni - 30 gennaio 2013

Evvai stasera serata super spagnoleggiante, c'è Madrid-Barça e noi ci sentiamo pronti, vogliamo vederla come se fossimo realmente del posto, come farebbe un vero spagnolo: bar, birra e rutto libero ;) Cerco un locale adatto, direi che potremmo provare con quello piccino e un pò buio giù nel pueblo, apparentemente frequentato solo da gente del posto, trasandato e spartano al punto giusto. 'Amore che ne dici se andassimo in quello che abbiamo soprannominato sopracciglia perché un giorno passando c'era la barista che faceva le sopracciglia ad una ragazza proprio sul bancone? O era viceversa ed era la ragazza che le faceva a lei? Beh, insomma quello, hai capito no? Mi sembra abbastanza verace tu che dici? Ok si va. Ci si perde un paio di volte tra le vie del centro storico e poi si arriva, entriamo, che buio. Ci guardano e naturalmente in un nano secondo capiscono al volo A: che non eravamo mai stati lì prima d'ora e  B: che siamo stranieri e quindi, secondo loro, turisti. Ma cosa mi è saltato in mente di mettere il giubottino in pelle finta che mi ha regalato mia madre mentre era qui perché pensava che con quello in jeans prendessi troppo freddo? Mmh, vabeh. Ci sediamo a banco e subito individuiamo lo schermo acceso sul prepartita. Ci sono un pò di avventori, spagnoli, ed un paio di inglesi, fiuf non siamo gli unici. Dietro al banco la barista dalle sopracciglia finissime ;) ci chiede cosa vogliamo. Dos harras naturalmente (2 medie). Insieme alla birra arriva anche una piccola tapas, per fortuna niente stinco di maiale porchettato stavolta, ma dei pomodorini e del formaggio di capra tagliati a cubetti e conditi con olio, sale e origano. Buono! Tutto bene, siamo dentro e tra poco la partita avrà inizio, gli inglesi se ne sono andati ed altri spagnoli sono arrivati ed hanno ordinato da bere. Siamo tutti disposti intorno al bancone e tutti guardiamo verso destra, verso il maxischermo. Sopracciglia fini dietro al banco gioca con il telefono, forse chatta, non mi sembra contenta. D'un tratto scappa via in cucina. 'Piange!', mi dice Luca ed io mi accorgo che strappa veloce dei pezzi di carta da un portasciugamano a muro e si porta le mani al viso. Sì piange. Uff, è sempre molto brutto vedere una persona piangere. Sta via un pò, poi torna, ripiange e esce dal locale. C'è imbarazzo, tutti se ne sono accorti, ma nessuno dice nulla. Chi perché non sa cosa dire e chi perché non se la cava ancora per nulla bene con lo spagnolo. Io sono l'unica donna forse dovrei fare qualcosa comunque... Qualcuno va via, qualcuno fortunatamente piano piano le si avvicina, l'atmosfera cambia e in pochi attimi il locale si svuota. Cosa sarà successo? Boh, decidiamo di andare via pian piano anche noi.

E' tardi, prossima tappa il nostro bar/ristorantino di fiducia. C'è lo schermo e in più ci conoscono, o per lo meno noi ci illudiamo che sia così, e sono molto veraci, proprio come ci piace, se non fosse che lì la birra costa un botto...vabeh, vabeh, eccoci, entriamo e ci sediamo in uno di quelli che ormai consideriamo il nostro solito tavolo. E' fatta, mi sto già divertendo! C'è già gente e ci sono altri avventori in arrivo. 

'Chicos?! Chicos?!'  (Ragazzi?!) 

Caro cameriere stai dicendo a noi? Sì? Ah vuoi che ci togliamo di mezzo perché questo che noi consideravamo il nostro tavolo in realtà è riservato alla curva?  Ah anche tutta quella zona è riservata alla curva? Ah possiamo sederci là o lì, ma non qui perché qui siamo in mezzo al caz... Ok, praticamente ci stiamo già spostando, fai pure finta che noi non ci siamo. Mannaggia a 'sto giubottino che mi fa apparire come quella principessa che non sono!

Ok, ci siamo spostati, ma vediamo lo stesso e senza sporgerci nemmeno troppo. Solo siamo stati esclusi dalla zona 'calda' del locale in cui corrono veloci birrette, tapas, insulti e parolacce. Uff...era proprio lì che noi volevamo stare, ma mercoledì prossimo c'è il ritorno, ci riproveremo. Senza giubottino... 

venerdì 1 febbraio 2013

Acqua e Felicità


Tutto il mondo è paese e non solo... Se vuoi portarti dietro l'Italia con tutti i suoi problemi e i suoi 'dettagli' sei liberissimo di farlo, in ogni posto che vai o che vuoi. Quando dico Italia non intendo niente che non sia completamente artefatto e che non faccia parte di quella edu-castrazione (come dice saggiamente Salvatore Brizzi) che ci viene imposta giorno dopo giorno, fin dalla nascita. Io amo il mio bel paese, ma odio tutto ciò che ci è stato 'costruito' sopra...e non parlo delle case. Ma perché mi sto giustificando? Questo è o non è il mio blog?

In ogni secondo della nostra vita è possibile paragonare ciò che ci accade con ciò che ci è successo nel passato, o appena un passo più in là, e subito le due parole magiche fanno la loro entrata in scena: meglio...peggio...

Mi sono accorta ormai da tempo che partire, senza in realtà muoversi mentalmente di un passo, è un rischio che in molti corrono. E col passare dei giorni siamo sempre più consapevoli che questo posto non è per tutti e non può piacere a tutti. 

Come per moltissimi altri aspetti della vita, infatti, siamo solo noi a decidere il nostro punto di vista, la nostra prospettiva e la nostra Felicità dipende da come siamo fatti, da cosa stiamo cercando e, soprattutto, dal sapere, o meno, di star cercando qualcosa. E qui entro in gioco io...con il mio 'so cosa voglio'.

Io quello che volevo per ora l'ho trovato. E guai a chi tenta di portarmelo via. Ora come ora non posso che essere Felice. 

Ieri ho fatto il mio primo bagno dell'anno, in piscina, ed ora sono di nuovo qui stesa al sole pronta a fare il secondo. Mentre una voce fastidiosa e lontana rimbomba sorda nella mia testa ricordandomi che, secondo lei, non sono queste le cose importanti della vita.

Luca, molto più pratico di me, dice che se non ti piace stare qui allora non ti piacerà stare da nessun'altra parte, ma io non sono del tutto d'accordo.

Sono molte le persone conosciute dal nostro arrivo che lamentano, tra le prime cose, di non sapere come fare a riempire il tempo e le giornate, soprattutto se si fermano sull'isola per un periodo che va oltre a quello di una classica vacanza. E sono tante quelle che, più che in altri posti, gridano alla crisi e all'impossibilità di una 'vita'...

Ormai è giunta sera, abbiamo cenato molto presto, perché non avevamo pranzato, e tra poco ci dedicheremo alla vista di un film in spagnolo per migliorare la nostra nuova lingua e per rilassarci un pò. Nel frattempo ci prepareremo un'infusione fredda di camomilla in una brocca di vetro su cui abbiamo posizionato la scritta 'Amore' perché come ci ha insegnato Masaru Emoto (http://www.youtube.com/watch?v=7LNCAIMW5Zw) anche l'acqua, come tutti noi, ne ha un gran bisogno.

sabato 26 gennaio 2013

Un universo di Felicità

Non solo lei è la mia isola lei è anche un perfetto contenitore della mia Felicità.
E' fatta, abbiamo ritrovato ormai del tutto il nostro tempo, il nostro spazio e la nostra felicità sconfinata, dopo la partenza dei miei...e chi ci ferma più...
Il tempo sembra di nuovo essersi fermato e le giornate passano piano, splendide, inaspettatamente calde, scandite dalla luce del sole e da quella 'speciale' della luna. 
Qui la luna è diversa da come l'ho sempre conosciuta, e sembra giocare a nascondino. Non mi era mai capitato prima d'ora, infatti, di scorgerla proprio sopra la mia testa, dritta dritta lassù, come se fosse un cappellino luminoso. Come da noi, in Italia intendo, si riempie pian piano, fetta dopo fetta, ma invece di farlo da destra a sinistra, o da sinistra a destra, lo fa dal basso in alto. Come se il cielo, felice, accennasse un sorriso.

Vorrei, ora più che mai, trovare le parole per descrivere quello che l'animo umano può riuscire a provare quando trova la sua dimensione...

Pausa dalla poesia: Luca che giochicchia con il telefono cercando una distrazione mentre io scrivo veloce sul mio quadernino da viaggio mi dice:
E' incredibile! Quello dietro di noi butta un 'Fuck' ogni due parole, peggio di noi col 'Cazz...' (chissà perché il mio cervello non ha sentito la necessità di bippare anche il Fuck? ;)

Ci educano, ne sono ormai certa, all'infelicità e alla ricerca spasmodica dell'Eldorado, nascondendoci a grandi mani l'unica reale verità: siamo nati per  vivere una vita semplice, per essere felici, per amare (prima di tutto noi stessi) e per godere a pieno di questa possibilità unica ed irripetibile (?) che ci è stata data.

La mia lavagna mentale delle visioni prevedeva che l'universo allontanasse piano, o meglio con i suoi tempi, le lamentele e le negatività da me perché, come mi ha insegnato un'amica qualche giorno fa, ho scoperto di essere venuta su un'isola per isolarmi, è così è stato. GRAZIE. L'universo, o chi per esso, ogni giorno, se sono in grado di comprenderlo, mi parla, attraverso i segni, e mi indica la strada. Mi da il suo benestare, mi insegna, si prende cura di me, con determinazione e amore, e a volte con qualche 'sculaccione', insegnandomi l'unico e vero segreto AVERE FIDUCIA.

martedì 22 gennaio 2013

Fuerteventura e Felicità - seconda parte

Sono partiti, oggi, con l'aereo delle 17.30, e per la prima volta dopo 12 giorni, questa sera, dopo il lavoro, abbiamo riavuto del tempo solo ed esclusivamente per noi, proprio come ci piace. Per tanti versi è stato bello averli qui sull'isola, non lo nego, anzi, ed è quasi difficile ammetterlo per una come me che da quando ha avuto 14 anni ha rinnegato il suo bisogno di stare in famiglia gridando forte la sua voglia di indipendenza. 

Comunque è fatta, l'isola è di nuovo solo 'nostra' e stasera ci siamo concessi una serata d'amore a 3, solo noi e Lei, la nostra Fuerte. Era dal nostro arrivo che avevamo adocchiato un localino un pò nascosto, in una via parallela a quella che mia mamma ha chiamato per 12 giorni la 'rambla', ovvero la strada principale che attraversa da cima a fondo Corralejo. Un posticino in legno, dall'aspetto verace, che riportava a grandi lettere la scritta 'SE TRASPASA'  (si cede la licenza). Beh, quattro giorni fa la licenza è stata finalmente 'traspasata' e questo locale tipicamente Majorero (di Fuerteventura) ha aperto i battenti. Qualche sgabello al bancone, dei comodi e confortevoli divanetti ed un arredamento in legno lucido e scuro che contrasta perfettamente con le pareti ed il soffitto bianco. Delle grandi foto in bianco e nero sulle pareti ritraggono scene della vita locale: mulini a vento, donne che ballano in costumi tipici, piazze assolate e mani abbronzate che sfiorano le corde di una chitarra. Accanto alle foto un leggio musicale e qualche strumento a corde appeso al muro: un mandolino e delle chitarre.

Due ragazzi dietro al banco, sorridenti e gentili, ed una coppia di canari DOC, oltre la sessantina, che suonano e cantano musica tradizionale in un angolo della sala sorseggiando allegri del buon vino rosso. Pochi avventori, dato che il locale ha appena aperto, ma come spesso si dice...meglio pochi, ma buoni. Si aggiunge al piccolo gruppetto musicale un uomo più giovane, che dopo aver intonato qualche nota con la voce stacca dalla parete quello strano strumento che a me era sembrato quasi un finto mandolino. Nel giro di qualche minuto il duetto diventa un terzetto e la musica e l'atmosfera riempiono i cuori e le anime dei pochi presenti. Una cerveza, un paio di tapas, un'allegra chiacchierata, tra una canzone e l'altra, con i ragazzi dietro al banco e l'isola è davvero di nuovo solo nostra. 

All'improvviso entrano un paio di ragazzi e si dirigono svelti e sicuri al bancone principale rivolgendosi a Miguel, il ragazzo dietro al bancone, 'Italiano?' gli chiedono ad alta voce. Lui tentenna e poi risponde facendo un cenno con la mano, ad indicare 'un pochino', mentre sorride spontaneo. 'Fai vedere la coppa Italia?' continua l'altro mentre Miguel si guarda in giro smarrito. 'Co-op-pa I-ta-lia' ripete a gran voce il nostro compatriota credendo che Miguel sia sordo anziché spagnolo. 

No caro amico, la coppa Italia qui non la fanno vedere, qui si beve della birra, del buon vino, si chiacchiera e ci si gode in armonia della buona musica tradizionale canaria. Sarà per la prossima...

sabato 19 gennaio 2013

Esercizi di Felicità - seconda parte

Svegliarmi ed abbozzare un lieve sorriso, rimettere insieme i pensieri e salutare i sogni fatti nella notte, aprire gli occhi e ricordarmi di ringraziare per averlo fatto. Stiracchiarmi un pò e poi fare qualche esercizio di respirazione. Bastano un paio di minuti, di orologio, e dei respiri circolari (senza pause tra l'ispirazione e l'espirazione) fatti con la bocca. Meglio respirare nella parte bassa dell'addome, magari tenendo le mani appena sotto l'ombelico per sentire la pancia gonfiarsi e sgonfiarsi ritmicamente. Può sembrare faticoso, le prime volte, ed in qualche modo il nostro corpo può cercare di opporre un rifiuto a questa pratica, ma i benefici che ne deriveranno dopo soli pochi giorni valgono davvero lo sforzo. Lo stesso esercizio va ripetuto la sera, quando si va a letto, prima di addormentarsi. 

Accorgermi, durante il giorno, dei muscoli che, senza che ve ne sia nessuna reale necessità, tengo in tensione. Accorgermene e rilassarli. Provare ad osservarmi mentalmente il viso, per vedere se sto tendendo inutilmente la bocca, le guance o la fronte. Passare alle spalle, al collo e alla parte alta della schiena e prendermene cura lasciando che si distendano liberamente. Chiedermi come sto tenendo i piedi e le dita, e se ho delle tensioni che non fanno che rubarmi energia.

Sorridere spesso e ad ogni persona che incontro, senza mai dimenticare che si tratta di un essere umano forte e fragile proprio come me. Mi è stato insegnato un trucco tempo fa, e ancora lo ricordo con piacere. Quando sto per rivolgermi ad una persona, o quando lei sta per rivolgersi a me, ripeto delle semplici parole nella mia testa: 'Ti voglio bene, sei come me' e come per magia la persona in questione, anche la più scorbutica ed aggressiva, si addolcisce, forse percependo in qualche modo dell'energia positiva e benevola da parte mia.

Ringraziare, spesso, ed ogni volta che la vita mi porta qualcosa di bello ed unico, come un pasto condiviso con la persona che amo, un panorama che mi rapisce, un fiore che mostra la sua bellezza o un animale libero e felice.

GRAZIE.

martedì 15 gennaio 2013

Fuerteventura e Felicità

La mia isola, Fuerteventura, l'abbiamo visitata un pò più a fondo in questi giorni grazie al fatto che i miei genitori, venuti a trovarci per verificare che realmente stessimo bene come dicevamo, hanno affittato una macchina. 

L'abbiamo attraversata fino a sud e ai miei occhi è sembrata lunga, grande ed incredibilmente meravigliosa, oltre che forte, energetica e perfetta, difficile descrivere le sensazioni provate. Tante volte ho sentito dire il sud è più bello del nord od il nord è più bello del sud, c'è chi sostiene che un paese sia meglio dell'altro, una spiaggia più o meno chiara, una un pò troppo scura oppure grande o stretta, c'è chi sostiene che una zona sia più residenziale, una più turistica, una più divertente ed una più ventosa.

Io non ho visto niente di tutto ciò.

 Non ho visto niente di tutto ciò perché non è lei ad essere più o meno...qualcosa...lei è semplicemente perfetta...sempre...ed ovunque.

Siamo noi esseri umani ad averla trasformata, siamo noi ad aver reso una zona più o meno brutta perché vi abbiamo costruito come se questo pianeta non fosse il nostro e siamo sempre noi ad aver messo la parola denaro davanti alla parola amore.

Lei è bella, fiera e disposta a tutto pur di vederci felici.

Siamo stati al mercato della Biosfera di Puerto del Rosario, c'è solo una volta alla settimana, il sabato mattina, e lì ho visto qualcosa che non vedevo da tempo: una rapa bianca, per esempio, o dei piccoli fichi d'india viola, appena colti, ho visto il pane fatto dai piccoli artigiani ed il pesce pescato nella notte, ho visto una signora gentile raccontare con passione di che cosa fossero fatte le sue torte. Ho visto le olive e l'olio, perché in pochi sanno che sull'isola è nato da poco il primo frantoio, e ho visto una donna stupirsi quando io, alle 10 del mattino, ho scelto di non assaggiare il suo liquore di latte di capra. Tornerò...e lo assaggerò, promesso.

Le saline ed il museo del sale, un altro angolo di paradiso che difficilmente dimenticherò. Una stradina, poco segnalata, porta ad una piccola baia dove proprio in riva al mare si trovano, da più di cento anni, delle saline che, ad oggi, nell'era del glutammato monosodico, mi sono sembrate tanto autentiche da essere emozionanti. Quanti colori ho visto all'interno delle vasche di raccolta e quanto spiccava il bianco delle montagnette di sale contro la roccia lavica nera. C'erano gli scoiattoli, che giocavano a rincorrersi sui muretti e che ogni tanto si fermavano e si mettevano in piedi in una strana posizione da vedetta, scrutando il mare. C'era lo scheletro di un cetaceo e c'era una burbera signora dalla quale abbiamo acquistato del sale. Qualche casa, qualche centinaio di metri più avanti, piccole, bianche e dalle verande in legno con qualche dettaglio colorato, e poi c'era un piccolo bar ristorante, caratteristico e semplice quanto piace a noi. Non ci siamo fermati, perché non eravamo soli, ma torneremo...e ci fermeremo, promesso.

L'interno dell'isola poi...splendido, vero, forte, accogliente, selvaggio e allo stesso tempo vivo ed abitato al punto giusto, le oasi formate dalle palme, i mulini di estrazione dell'acqua, le caprette multicolori, la terra che cambia colore chilometro dopo chilometro ed alcune case così belle e rassicuranti da sembrare magnetiche. 

Abbiamo visto dei paesaggi stupendi, soprattutto quando e dove l'uomo non era passato di lì, un mare dai colori intensi, delle rocce simili ad un impasto per la pizza visto dall'alto, picchi che mi ricordavano tanto il deserto roccioso del Colorado. Roccia nera, terra rossa, sabbia bianchissima e fiere margherite del deserto.

Ci siamo fermati con la macchina in un punto panoramico, che si affaccia sulla costa ovest, ed io e Luca ci siamo seduti ad ammirare pieni di gratitudine quest'isola meravigliosa che stiamo imparando ad amare ogni giorno di più, mentre mia madre e mio padre si incamminavano nei sentieri vicini alla ricerca di qualcosa di più dopo aver esclamato 'Qui non si vede un Cristo...'.

venerdì 11 gennaio 2013

Stanchezza e Felicità

Dopo sole 24 ore dall'arrivo dei miei genitori...siamo gioiosamente sfiniti! Sì sfiniti è la parola esatta perché, non avendo figli, siamo abituati a dover seguire i ritmi solo ed esclusivamente nostri e, vivendo in un bilocale, non è poi neanche così difficile farlo. 24 ore, ma davvero...solo? 

A me sembrano due mesi visto che nell'ordine abbiamo affrontato: recupero all'aeroporto, ricerca auto a noleggio (non si erano fatti spiegare dove trovarla), uscita dal parcheggio dell'aeroporto (con 2 giri completi a circa 10 all'ora per trovare l'uscita, guidava mio padre), viaggio verso casa con racconto dettagliato del volo e degli avvenimenti degli ultimi due mesi in cui eravamo assenti da casa, check-in al loro albergo, ricerca della camera perduta, ansia di mio padre perché il suo telefono non si attaccava alla rete telefonica locale, ansia di mio padre perché non capiva quali delle due password dategli alla reception era quella giusta per navigare in internet dalla reception (papà non dalla camera, dalla reception!), ansia di mia madre perché aveva perso il cellulare (ritrovato poi in macchina), trasferimento in auto al nostro villaggio, presentazione del nostro appartamento e di annessi e connessi, cena a casa organizzata al volo, aperitivo a casa per placare la loro fame da lupo organizzato al volo (sai com'è un'ora di fuso si può far sentire), ansia di mio padre che non riusciva ad attaccarsi al wi-fi di casa nostra, cena, ri-accompagnamento alla macchina, ultime indicazioni per raggiungere di nuovo il loro albergo, passare indenni la notte e riuscire a fare colazione da soli questa mattina, saluti...NOTTE...sveglia all'alba per lavorare così da essere poi liberi di andare fuori con loro, lavoro, incontro con loro, ansia perché mio padre aveva dimenticato il telefono sul balcone del loro appartamento, recupero del telefono nell'appartamento, passeggiata sulla spiaggia, camminata nel deserto, ansia da possibili scottature, ansia perché a mio padre nel deserto è suonato il telefono più volte ma essendo all'estero non sapeva se rispondere o meno, fotografie di famiglia, spesa, pranzo da noi organizzato al volo, ansia perché mio padre dopo aver scritto una mail di lavoro dal mio computer l'aveva persa, organizzazione per la cena e per la giornata di domani, dopodomani e dopo-dopodomani ancora, saluti, lavoro...

Ora facciamo la doccia, ci vestiamo e...

lunedì 7 gennaio 2013

Riunione di famiglia

Arrivano i miei... Tra 3 giorni arrivano... Aiuto! :) 
Non li vedo dalla mia partenza, se non consideriamo come vederci qualche skyppata con video, ed ora stanno per atterrare qui sull'isola. 
Sarà strano, almeno all'inizio, vederli girare nel villaggio, e nel mio appartamento, perché fino ad ora niente, della mia vita italiana, era ancora entrato qui.

Vengono per vedermi/ci e per fare una vacanza al caldo, ma soprattutto vengono per 'giudicare' con i loro filtri la mia scelta, per poi riportare a casa le loro visioni, ed impressioni, ad amici, parenti e sconosciuti. Chissà se gli piacerà? Come potrebbe non piacergli il mio paradiso terreste dice una parte di me? Ma un'altra voce grida subito forte: voglio vedere cosa dirà (mia mamma) quando vedrà l'ecomostro sulla spiaggia o le bottiglie e i vetri rotti sparsi un pò lungo tutte le strade. E che faccia farà quando si accorgerà che uso vasetti di vetro riciclati al posto di porta posate e porta spazzolini? E se malauguratamente ci fossero vento e nuvole per tutto il periodo, chi la sentirebbe?

Mio padre dal canto suo controllerà che i prezzi siano veramente così economici come dico (è nato a Genova ;) e che il pesce sia veramente fresco e locale...già lo vede mentre interroga in italiano camerieri e commessi. Non li invidio.

Ancora 3 giorni di pace quindi, visto che per ora sono presi nella morsa della creazione dell'unico bagaglio a mano disponibile e che in nessun modo riescono a capacitarsi che 'tutto' debba entrare in quei due spazi minuscoli.

Beh, diciamoci la verità, sono contenta di vederli e, comunque vada, sarà un gran successo! :)

domenica 6 gennaio 2013

Bentornata Felicità

Sono stati dei giorni duri, gli ultimi, e solo oggi riesco a sentirmi di nuovo bene, e a casa. Ho sofferto, e una parte di me in fondo ancora soffre. Ho provato rabbia. E paura. Capita...
Capita sì, ma ancora non era mai capitato da quando siamo qui a Fuerte e, probabilmente, una parte di me ci era cascata, credendo che qui, nel mio paradiso, mai nulla di brutto sarebbe successo.
Ora, come ho detto, va meglio, il tempo guarisce tutto, o quasi. E l'amore fa i resto.

Negli ultimi tre/quattro giorni mi sono accorta che le mie preoccupazioni, e le  mie tensioni, hanno impedito che io alzassi la testa. E' come se per tre giorni interi io abbia vissuto guardando solo per terra, dimenticandomi quasi completamente di ciò che di meraviglioso c'è intorno a me e di quanto, se solo lo voglio, e me ne ricordo, posso essere felice qui. Sono stata, siamo stati, travolti, da un turbine di emozioni, tutte negative ahimé, e abbiamo completamente perso di vista l'insieme, l'adesso, il noi.

Ora sono qui, sul MIO balcone, a godere degli ultimi raggi di sole della giornata, dopo aver finalmente spento il pc, e torno ad alzare di nuovo lo sguardo. Ci sono le palme che insieme alle case creano dei profili perfetti nel mio controluce, fatico a tenere gli occhi aperti, ma riesco, guardando in alto, a percepire il blu intenso e sincero del cielo, e poi c'è lui, il mio vulcano, capace di infondermi nuovo equilibrio e determinazione.
Sono contenta che sia passata, o di essere riuscita con la complicità del tempo e dell'universo a lasciarla passare. A breve, forse, spero di riuscire anche ad unire i puntini e a capire perché certe cose accadono, così da poter imparare la lezione, se una lezione ci fosse, e, più forte e più saggia di prima, andare oltre.

giovedì 3 gennaio 2013

Io più Voi = NOI


Prima
Avevo un po di paura, ero contenta, ma anche un pò preoccupata, non mi capita spesso di avere un appuntamento al buio. Stavo per incontrare due ragazze, italiane, che, come facevamo noi, sognano di trasferirsi qui a Fuerteventura, per trovare una vita migliore, e per riprendersi quotidianamente quel tempo che sentono che gli spetti. Mi avevano scritto tempo fa ed ora sono veramente qui sull'isola, proprio a Corralejo per testare con mano, ma soprattutto con l'anima, la situazione. Mi hanno chiesto di incontrarci, per farmi qualche domanda in più, e per avere qualche consiglio sincero, ed io Felice ho accettato. Ora è giunto il momento, stiamo per uscire, l'appuntamento è al nostro Banana Bar, ho scelto di giocare in casa ;). Chissà come saranno e se saprò esser loro davvero d'aiuto? Chissà se mi sentirò a mio agio, o se vorrò scappare via, e se quel 'timidone' del mio fidanzato mi aiuterà un pò...

Dopo
Sono strafelice di aver incontrato due persone stupende, e dolcissime, e di aver condiviso un paio d'ore di chiacchiere che spero si ripetano presto, anzi le ho invitate da noi per vedere l'appartamento e per toccare davvero con mano cosa possa significare vivere in un villaggio turistico. Non solo mi sono piaciute subito, ed un sacco, mi è addirittura sembrato di conoscerle da sempre. Ed io che mi pre-occupavo...

GRAZIE Ragazze e GRAZIE a Tutti 
della fiducia, dell'affetto e della Felicità che mi donate!