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sabato 23 febbraio 2013

Semplicità e Felicità

Siamo sull'isola da quasi quattro mesi, ma ancora in quella zona non ci eravamo mai stati, là a Corralejo, proprio dietro alle grandi pale eoliche che danno corrente al desalinizzatore. Come dice P. lì Lanzarote ti sembra davvero a portata di sguardo e hai l'idea che tirando un sasso tu possa colpire qualcuno che sta facendo i tuoi stessi pensieri, dall'altra parte. Le onde si infrangono fragorose e il mare assume delle sfumature di blu tanto intense da rimanerti impresse nella mente.

La roccia è nera, lavica e qualche cespuglio verde e fiorellini lilla le fanno da decoro. Quando il sole batte il cielo blu ti avvolge e l'aria del mare decide il ritmo del tuo respiro. Sulla destra Corralejo, bianca e bassa, con qualche dettaglio colorato, anche da lontano sembra davvero bella quanto lo è nella realtà. I gabbiani e qualche filo da pesca portato dal mare.

Un ragazzo viene verso di noi, che camminiamo lungo un sentiero sterrato, un computer sotto braccio e un piccolo cane festoso libero al suo fianco. Proseguiamo e in poche decine di metri ci imbattiamo in un paio di macchine parcheggiate e in un paio di casine. Dico casine e non baracche, come forse andrebbero chiamate, perché a me è così che sono apparse.

In mezzo a quello che in tanti definirebbero 'nulla' due casine fatte di sassi, quegli stessi sassi di lava che io tento di evitare camminando per non stortarmi una caviglia :) Sassi impilati con cura, qualche legno di ripiego, assi e persino dei vetri a formare delle finestre. C'è addirittura un piccolo dehors, anch'esso fatto di piccole pietre impilate, dietro cui ripararsi quando il vento tira troppo forte.

Non c'è luce, nè acqua là, e probabilmente nemmeno tasse di soggiorno o Imu da pagare. Ci sono 4 persone nel dehors, giovani, in costume, ridono sotto al sole e mangiano e bevono qualcosa in compagnia. Chissà se sono loro gli abitanti della casa? Chissà se vivono lì ogni giorno dell'anno? E come fanno per il bagno?

Io mi riempio di domande e vorrei per un attimo sentire una voce che mi chieda di unirmi a quel tavolo e che mi racconti una storia che ho tanta voglia di sentire. Una storia di libertà, autenticità e felicità.

Ci sono degli oggetti probabilmente portati dal mare a decorare quelle casine. Una boa, un pezzo di legno colorato, una corda annodata, sono davvero belle ed io ne rimango oltremodo affascinata.

Chissà quale sarà il mio destino e cosa mi aspetta? Chissà se anch'io un giorno deciderò/riuscirò a spogliarmi di tutto ciò che non è necessario? E come sarà vivere con il ritmo della luce naturale anziché di quella artificiale? Dormire nel silenzio delle onde. Della natura.

Per ora torno a casa, contenta delle mie scelte e un pò più sicura di me, sento che sono sulla strada giusta. Sento la mia anima gridare forte che la felicità è da questa parte.

domenica 17 febbraio 2013

Riflessioni sulla Felicità

Troppe volte mi dimentico di essere grata per ciò che ho e solo nel momento in cui vado a perdere una cosa riesco a darle l'importanza che merita, a capire quanto valeva quella cosa per me. Quante volte mi sono svegliata al mattino sbuffando, magari perché dovevo raggiungere un posto di lavoro che in fondo in fondo non mi piaceva e mi estrometteva, secondo me, da quella voglia di libertà che tanto sento e sentivo crescere dentro? E mi chiedevo, così come mi avevano insegnato i libri, ma se per caso sapessi di dover lasciare questo mondo domani, sarebbe davvero questa la cosa che vorrei fare oggi? Nel mio ultimo giorno su questa terra? Lavorare? Giusto, vero, ma al contempo non mi ero mai domandata: come mi sentirei se alzandomi domani quel posto di lavoro non esistesse più? E se fossi certa che non tornasse, come mi sentirei? La risposta l'ho avuta ieri con una sensazione sgradevole e dura sulla mia pelle: male, vuota e soprattutto insicura perché in questa realtà mi è stato insegnato che niente soldi significa niente vita. Proprio ieri ho chiesto all'universo di restituirmelo quel lavoro, lo stesso che a volte, troppe volte, ho snobbato e sottovalutato. Ma non succederà più.

Altre volte ho dato e do per scontato le persone che ho accanto, e qualcuno di voi silenziosamente è riuscito a farmelo notare, (ed io vi ringrazio per questo), senza accorgermi di quanto senza di loro mi sentirei incompleta. Poi basta una piccola malattia, una lontananza, un fatto, una linea di febbre o una connessione che non funziona per tornare ad essere quella crocerossina affettuosa ed innamorata che in realtà sono. Come sarebbe in questo caso la vita di ogni giorno se solo riuscissimo a comportarci come se fosse l'ultimo?

Ieri sera Luca ed io abbiamo conosciuto per l'ennesima volta due persone speciali, che come altre sono venute sull'isola per inseguire un sogno e per capire se, come lo è stato per noi, potrebbe essere questo il loro posto. Io mi sono sentita in particolar modo grata, entusiasta e piena di Felicità. Che esseri meravigliosi siamo noi umani, quanto siamo in grado di dare e di trasmettere quando esiste un intento comune chiamato felicità. La scorsa settimana abbiamo trascorso cinque giornate meravigliose con una persona mai conosciuta prima, anche lui portato dal blog e di cui qualcosa ho già raccontato, arrivato a noi e a Fuerte come un regalo inaspettato con cui in pochissimi giorni si è creato un legame importante e da ogni punto di vista indissolubile. Riccardo ci è entrato nel cuore e difficilmente ne uscirà.

Ieri invece è stata la volta di Federica e Marco, una coppia favolosa ed autentica, anche loro sognatori come noi, e come tutti coloro che per un attimo si sono fermati ad osservarsi; due persone che ancora una volta ci hanno ricordato quanto possono essere importanti ed uniche le relazioni interpersonali, le persone, gli sguardi, un sorriso, un gesto, una parola detta piano, un bisogno di condivisione ed un tentativo di cercare una sicurezza in più, una mano sulla quale appoggiare la propria.

Ogni giorno mi innamoro di più del mondo ed ogni giorno imparo a rispettarne la grandezza e la potenza. Dopo un'esperienza particolare, accaduta ieri, che mi ha fatto riscoprire tutta la mia fragilità ed umanità vorrei salire sulla montagna più alta e gridare forte siate sempre grati per quello che avete e non dimenticate mai che l'unica e vera cosa importante è l'amore, sotto tutte le sue forme. Sono grata per quello che ho e scelgo in ogni istante di dimostrarlo a me stessa, prendendomi cura della mia vita e della mia anima. Grazie!

mercoledì 13 febbraio 2013

El Cotillo e Felicità

Un piccolo paese a nord ovest di Fuerteventura, El Cotillo, un insieme di case, più o meno belle, più o meno frutto della speculazione edilizia. Due porticcioli, in riva al mare, naturalmente, racchiusi e protetti da due promontori naturali.
Belli, da cartolina, con tutte quelle barchette colorate e quell'augurio di buena suerte a tutti i viaggiatori del mare.
Guardando ad ovest, oltre alla torre, fatico a capire se mi trovo in Australia o in Irlanda. Con quella spiaggia sconfinata, quelle scogliere maestose che sembrano uscite da un dipinto e quei surfisti che a pelo dell'acqua aspettano l'onda.
Di fronte a me sole e gabbiani.
Torno ad est e trovo una spiaggia bianca, morbida, racchiusa e sicura. Dove la bassa marea è capace di creare piscine naturali di rara bellezza. Cammino sulle ondine di sabbia, le schiaccio, ed è proprio come fossi sotto il mare e come se io fossi un enorme granchio. Dietro agli scogli che mi proteggono le onde si infrangono forti e potenti. 
Senti che rumore che fanno, sembra quasi un'esplosione. Ci sono delle orme di piccoli uccellini. Che decorazione meravigliosa di qualcosa che di per sé è già perfetta.

E' proprio qui nel porticciolo antico che abbiamo trovato il Bar Central e di colpo un posto visto fino ad ora solo nei nostri sogni sembra essersi materializzato. Una cucina come quella che avresti voluto avesse tua nonna, bianca e smaltata, con quei tanti piccoli fuochi. Frutta, verdura, spezie e voci a riempirla. Piatti sporchi accatastati. Pentolini neri e fumanti che sfrigolano sulle fiamme. Profumi e colori.
Niente tavoli all'interno. Solo qualche sedia e un anziano signore che mi guarda chiedendosi cosa faccia in casa sua.
Fuori una quindicina di tavoli, ombrelloni a ripararci dalla luce del sole e da quella della luna, mura bianche ai lati della piazza e qualche cane che ci saluta e ci guarda con gli occhi del gatto di Shrek. Tovaglie a quadri, proprio come è giusto che sia, birra, pulpo e gambas a la sal. Risate. Ed il tempo che si ferma imprimendosi nella memoria. Grazie.

Grazie Grazie Grazie

Dopo aver letto il tuo messaggio ho guardato le foto fatte negli ultimi giorni, mentre tu eri qui, e mi ci sono persa dentro. Avevi ragione, sono belle, e anche noi lo siamo. Soprattutto quando ridiamo o sorridiamo, quindi quasi sempre :)
E quanto è bella la mia isola, la nostra isola, e quanto lo è ancora di più quando ci siamo noi, Felici, a farle da cornice.
Ci sono tante cose, io credo, per cui vale la pena vivere, e le persone sono una di queste. E che persone...
Ci tengo proprio a ringraziare l'Universo per avermi regalato gli ultimi giorni, un'altra esperienza unica, indimenticabile, vera.

Spiaggia, roccia, lava, capre, quella signora racchiusa nel suo grosso foulard colorato che le incorniciava il viso, qualche cane legato, alcuni appisolati all'ombra, altri come scagliati contro le macchine che passavano piano, il cielo, a proteggerci, il calore del sole che mi scaldava il viso e i vestiti. Una medusa da salvare.
La sabbia sotto ai piedi. Una pausa silenziosa e piena di significato e la voglia di sentire nuovamente la vostra voce e i vostri pensieri. Sentire forte che le persone che hai accanto sono lì anche per te. Sapere di essere al sicuro e godere del tempo che ci è concesso.
Il cuore di riempie di gioia, di affetto, di amore e di gratitudine epr il momento presente, per quelle risate che non dimenticherò e per quella natura venuta ad insegnarci qualcosa o forse solo a ricordarci che quel qualcosa lo sapevamo già.
I colori, la luce ed il buio, le stelle, la luna che torna a sorridere e quel 'Hasta mañana' che non dimenticheremo mai. Grazie!

sabato 9 febbraio 2013

EVERY CHANGES ONCE YOU CHANGE!

Sentire il corpo che sprizza energia e che ti indica la strada da seguire, sentire che è felice (quasi quanto te ;) e che ti dice che sta bene, di continuare così. Abbracciare un albero, una palma in questo caso.  Accarezzarla e sentirne subito la forza, la potenza e l'estrema bontà, giocare con le dita in una pozza d'acqua e poi fermarsi a contemplare la magia della propria ombra, guardare un uccello lasciarsi trasportare dalla corrente d'aria. Un bambino che sogna di imparare a nuotare, un gatto che miagola per far notare la sua presenza, pronto a ricevere le coccole. Arrivare in fondo alla vasca della piscina e trovare la forza per girarsi su se stessi e ripercorrerla nel senso opposto, un bruco, una farfalla, un elfo :), scoprire che il rosso ed il nero dipinti su una coccinella non rappresentano le sue ali, ma un'allegra corazza con la quale si difende dagli urti. La speranza delle persone, la voglia di cambiare e di andare...

La magia di una risata, la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro, la fede in quella che noi esseri umani chiamiamo fortuna.
Chiedersi di nuovo se si è bruchi o farfalle e sentire che forse la parte migliore sta proprio nel mezzo e che anche la farfalla più bella possa aspirare ad esserlo ancora di più.

Voglia di sole, di sabbia sotto i piedi, di caldo, di aria, di natura in cui fondersi per sentirsi di nuovo in quell'Uno.
Voglia di fermare il tempo e vivere con tutta l'intensità possibile il meraviglioso momento presente. Immaginarsi già là dove vuoi arrivare e godere della sensazione. Riconoscere la Felicità ed accoglierla.
Sapere chi vuoi essere e sapere di potercisi trasformare in un istante. E' sufficiente scegliere di farlo, basta solo decidere.

lunedì 4 febbraio 2013

Sport e Felicità

Cronaca di un mercoledì da leoni - 30 gennaio 2013

Evvai stasera serata super spagnoleggiante, c'è Madrid-Barça e noi ci sentiamo pronti, vogliamo vederla come se fossimo realmente del posto, come farebbe un vero spagnolo: bar, birra e rutto libero ;) Cerco un locale adatto, direi che potremmo provare con quello piccino e un pò buio giù nel pueblo, apparentemente frequentato solo da gente del posto, trasandato e spartano al punto giusto. 'Amore che ne dici se andassimo in quello che abbiamo soprannominato sopracciglia perché un giorno passando c'era la barista che faceva le sopracciglia ad una ragazza proprio sul bancone? O era viceversa ed era la ragazza che le faceva a lei? Beh, insomma quello, hai capito no? Mi sembra abbastanza verace tu che dici? Ok si va. Ci si perde un paio di volte tra le vie del centro storico e poi si arriva, entriamo, che buio. Ci guardano e naturalmente in un nano secondo capiscono al volo A: che non eravamo mai stati lì prima d'ora e  B: che siamo stranieri e quindi, secondo loro, turisti. Ma cosa mi è saltato in mente di mettere il giubottino in pelle finta che mi ha regalato mia madre mentre era qui perché pensava che con quello in jeans prendessi troppo freddo? Mmh, vabeh. Ci sediamo a banco e subito individuiamo lo schermo acceso sul prepartita. Ci sono un pò di avventori, spagnoli, ed un paio di inglesi, fiuf non siamo gli unici. Dietro al banco la barista dalle sopracciglia finissime ;) ci chiede cosa vogliamo. Dos harras naturalmente (2 medie). Insieme alla birra arriva anche una piccola tapas, per fortuna niente stinco di maiale porchettato stavolta, ma dei pomodorini e del formaggio di capra tagliati a cubetti e conditi con olio, sale e origano. Buono! Tutto bene, siamo dentro e tra poco la partita avrà inizio, gli inglesi se ne sono andati ed altri spagnoli sono arrivati ed hanno ordinato da bere. Siamo tutti disposti intorno al bancone e tutti guardiamo verso destra, verso il maxischermo. Sopracciglia fini dietro al banco gioca con il telefono, forse chatta, non mi sembra contenta. D'un tratto scappa via in cucina. 'Piange!', mi dice Luca ed io mi accorgo che strappa veloce dei pezzi di carta da un portasciugamano a muro e si porta le mani al viso. Sì piange. Uff, è sempre molto brutto vedere una persona piangere. Sta via un pò, poi torna, ripiange e esce dal locale. C'è imbarazzo, tutti se ne sono accorti, ma nessuno dice nulla. Chi perché non sa cosa dire e chi perché non se la cava ancora per nulla bene con lo spagnolo. Io sono l'unica donna forse dovrei fare qualcosa comunque... Qualcuno va via, qualcuno fortunatamente piano piano le si avvicina, l'atmosfera cambia e in pochi attimi il locale si svuota. Cosa sarà successo? Boh, decidiamo di andare via pian piano anche noi.

E' tardi, prossima tappa il nostro bar/ristorantino di fiducia. C'è lo schermo e in più ci conoscono, o per lo meno noi ci illudiamo che sia così, e sono molto veraci, proprio come ci piace, se non fosse che lì la birra costa un botto...vabeh, vabeh, eccoci, entriamo e ci sediamo in uno di quelli che ormai consideriamo il nostro solito tavolo. E' fatta, mi sto già divertendo! C'è già gente e ci sono altri avventori in arrivo. 

'Chicos?! Chicos?!'  (Ragazzi?!) 

Caro cameriere stai dicendo a noi? Sì? Ah vuoi che ci togliamo di mezzo perché questo che noi consideravamo il nostro tavolo in realtà è riservato alla curva?  Ah anche tutta quella zona è riservata alla curva? Ah possiamo sederci là o lì, ma non qui perché qui siamo in mezzo al caz... Ok, praticamente ci stiamo già spostando, fai pure finta che noi non ci siamo. Mannaggia a 'sto giubottino che mi fa apparire come quella principessa che non sono!

Ok, ci siamo spostati, ma vediamo lo stesso e senza sporgerci nemmeno troppo. Solo siamo stati esclusi dalla zona 'calda' del locale in cui corrono veloci birrette, tapas, insulti e parolacce. Uff...era proprio lì che noi volevamo stare, ma mercoledì prossimo c'è il ritorno, ci riproveremo. Senza giubottino... 

venerdì 1 febbraio 2013

Acqua e Felicità


Tutto il mondo è paese e non solo... Se vuoi portarti dietro l'Italia con tutti i suoi problemi e i suoi 'dettagli' sei liberissimo di farlo, in ogni posto che vai o che vuoi. Quando dico Italia non intendo niente che non sia completamente artefatto e che non faccia parte di quella edu-castrazione (come dice saggiamente Salvatore Brizzi) che ci viene imposta giorno dopo giorno, fin dalla nascita. Io amo il mio bel paese, ma odio tutto ciò che ci è stato 'costruito' sopra...e non parlo delle case. Ma perché mi sto giustificando? Questo è o non è il mio blog?

In ogni secondo della nostra vita è possibile paragonare ciò che ci accade con ciò che ci è successo nel passato, o appena un passo più in là, e subito le due parole magiche fanno la loro entrata in scena: meglio...peggio...

Mi sono accorta ormai da tempo che partire, senza in realtà muoversi mentalmente di un passo, è un rischio che in molti corrono. E col passare dei giorni siamo sempre più consapevoli che questo posto non è per tutti e non può piacere a tutti. 

Come per moltissimi altri aspetti della vita, infatti, siamo solo noi a decidere il nostro punto di vista, la nostra prospettiva e la nostra Felicità dipende da come siamo fatti, da cosa stiamo cercando e, soprattutto, dal sapere, o meno, di star cercando qualcosa. E qui entro in gioco io...con il mio 'so cosa voglio'.

Io quello che volevo per ora l'ho trovato. E guai a chi tenta di portarmelo via. Ora come ora non posso che essere Felice. 

Ieri ho fatto il mio primo bagno dell'anno, in piscina, ed ora sono di nuovo qui stesa al sole pronta a fare il secondo. Mentre una voce fastidiosa e lontana rimbomba sorda nella mia testa ricordandomi che, secondo lei, non sono queste le cose importanti della vita.

Luca, molto più pratico di me, dice che se non ti piace stare qui allora non ti piacerà stare da nessun'altra parte, ma io non sono del tutto d'accordo.

Sono molte le persone conosciute dal nostro arrivo che lamentano, tra le prime cose, di non sapere come fare a riempire il tempo e le giornate, soprattutto se si fermano sull'isola per un periodo che va oltre a quello di una classica vacanza. E sono tante quelle che, più che in altri posti, gridano alla crisi e all'impossibilità di una 'vita'...

Ormai è giunta sera, abbiamo cenato molto presto, perché non avevamo pranzato, e tra poco ci dedicheremo alla vista di un film in spagnolo per migliorare la nostra nuova lingua e per rilassarci un pò. Nel frattempo ci prepareremo un'infusione fredda di camomilla in una brocca di vetro su cui abbiamo posizionato la scritta 'Amore' perché come ci ha insegnato Masaru Emoto (http://www.youtube.com/watch?v=7LNCAIMW5Zw) anche l'acqua, come tutti noi, ne ha un gran bisogno.