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domenica 28 ottobre 2012

Conto alla rovescia


Here we are, yuppie, meno di 48 ore alla partenza, meno di 48 ore ad una nuova felicità, alle 14.25 di martedì 5 valigie e 2 anime spiccheranno 'finalmente' il volo! Grazie. Grazie all'Universo, grazie a Luca, grazie a me stessa e soprattutto grazie a tutte le persone che con i propri comportamenti, le proprie parole, nel bene e perché no anche nel male, stanno contribuendo a rafforzare la nostra sensazione di aver fatto la scelta giusta. 

Ieri sera ho salutato la mia mamma, ha pianto, ma ha capito, e come la migliore delle mamme mi ha detto che 'quando e se' avrò bisogno lei, loro, ci saranno. Mio papà, più forte, ha scelto di volerci accompagnare all'aeroporto quindi il delicato arrivederci padre/figlia è rimandato a martedì, domani invece sarà la volta della mamma di Luca, la più dura, la più contraria alla nostra scelta, perché estremamente lontana dal suo modo di essere, ma anche lei pronta a sostenerci per saperci felici.
In questi giorni la domanda più frequente, la più gettonata, postaci da chiunque incontrassimo, amici, parenti, conoscenti e sconosciuti è stata, a nostra sorpresa: 'Ma tornerete per Natale?'. Tornare per Natale? Ma che domanda è? Devo ancora partire. E poi perché mai dovrei tornare per Natale? Questa è stata la risposta data ogni volta dalla mia anima al mio interno, solo al mio interno giuro. Ed in effetti, in pratica, pensandoci bene, sarò davvero quasi appena partita, quindi no, direi proprio di no, non tornerò...e poi sarà il mio primo Natale al caldo, al mare, al sole, esotico, nuovo, diverso, nostro...no, no, riconfermo che non torneremo per cui, se proprio pensate che non se ne possa fare a meno ;)...venite voi, io vi aspetto tutti lì!

lunedì 22 ottobre 2012

Genitori, partenza, infelicità e FELICITA'

Mai come nel leggere i vostri commenti ai miei post mi sono resa conto di avere così tante anime gemelle nel mondo...vi leggo e nelle vostre parole mi leggo...GRAZIE.
Ed è a voi che vorrei chiedere un aiuto in questo momento, un consiglio sincero, ed anche solo nella mia mente, è a voi che scrivo...
Tutto è perfetto in questo periodo della mia vita, l'universo mi assiste e anche quando qualcosa sembra non girare nel verso giusto, con la giusta pazienza, la giusta dose di sana fiducia, riesco, nell'arco di un breve tempo successivo, ad unire i puntini, propri come diceva Steve Jobs, e tutto sembra prendere di nuovo forma, tutto sembra spiegarsi. In questo momento così speciale e così voluto una sola cosa nella mia anima non riesce a trovare una sua collocazione, un'accettazione: il dolore dei miei genitori per la mia partenza. 
Nel momento in cui gli ho dato la notizia infatti, mesi fa, tutto sembrava andato 'via liscio', fin troppo forse, ma ora con l'avvicinarsi dell'ora 'X' le cose stanno lentamente cambiando...in peggio. Sono felici per me, certo che lo sono, ma sono in modo più assoluto più infelici per loro, ed io riesco davvero male a gestire questa emozione e dentro di me ogni giorno ne soffro.
Il mio cuore mi dice vai, me lo grida, a squarcia gola, me lo ha sempre gridato, e mai, nemmeno per un secondo ho considerato l'ipotesi di non ascoltarlo, ma...
Io qui, a Milano, dove vivono loro, sono infelice e io, sempre io, voglio seguire i miei sogni, e questa volta intendo davvero farlo. Ma loro...quanto vorrei che ne avessero anche loro di sogni e quanto vorrei che scegliessero di seguirli, per essere io FELICE per loro.

venerdì 19 ottobre 2012

La mia Fuerteventura

Ebbene sì, lo ammetto, ho deciso di andarci a vivere, a Fuerteventura, senza esserci mai stata prima, qualcuno mi starà già dando della pazza, e molto probabilmente ha ragione, e qualcun altro starà dicendo che che sono un'incosciente... e molto probabilmente ha ragione ;)

In realtà, dentro di me, è come se ci fossi stata più e più volte, decine o centinaia, perché la sogno da anni, più o meno quindici direi, e per ben due volte sono stata vicinissima all'andarci veramente,  ma poi, la vita, mi ha portata in altre mete  lontane senza mai farmela concretamente 'assaporare', nemmeno una volta. Al di fuori della mia fervidissima immaginazione e dei tanti racconti letti quindi, non ho nessuna informazione certa, nessuna esperienza concreta, realmente vissuta.

Devo comunque riconoscere che la scelta di trasferirmici non è stata solo una scelta di cuore, di feeling emozionale, ma anche di estrema e rilevante praticità. Come chiunque voglia fuggire dall'Italia ben sa infatti, oggi come oggi, non è affatto facile districarsi nella burocrazia dei visti e dei permessi di soggiorno. Anche Australia, Messico e Fiji erano tra le destinazioni a me più care, ma solo la nostra 'mamma Europa' mi permette, per ora, di vivere lontana da casa senza sentirmi come un topo clandestino e senza dover affrontare soprattutto eccessivi ed estenuanti formalismi doganali. 

Fuerteventura è quindi per me una sorta di mix perfetto tra razionalità e passione, tra  funzionalità ed esotismo ed è la sede perfetta, credo, per quello stile di vita rilassato a cui aspiro da sempre. Un basso costo della vita, una popolazione eterogenea ed un mare cristallino, su cui 365 giorni all'anno si riflettono sole e cielo azzurro, contribuiscono poi a fare di lei, della mia Fuerte, proprio quello che la mia pazza anima sta cercando...

giovedì 18 ottobre 2012

Indiani cherokee, sciamani, balene...

Tutto procede, per il meglio :), siamo praticamente pronti, manca solo il saltare sulle valigie, quattro, per riuscire a chiuderle. Le prime farfalle nello stomaco, puntuali, si fanno sentire mentre cerchiamo di organizzare al meglio gli ultimi dettagli. Devo ammettere che l'essere riusciti a crearci una piccola rendita online, seppur non sia affatto garantita, ci ha permesso di scrollarci di dosso buona parte delle paure...non che ne avessimo tante, ma qualcuna in fondo c'era. Trovarci in un mondo nuovo e allo stesso tempo avere l'urgenza di trovarci subito un lavoro per poter arrivare con tranquillità a fine mese infatti, non ci avrebbe permesso di affrontare i primi giorni con la stessa tranquillità e spensieratezza con cui lo faremo ora. Sono solo pochi soldi, una piccola entrata, e come dicevo prima non garantita, ma sono sufficienti a calmare le acque agitate della mente.
La nostra avventura da nomadi digitali come sapete è iniziata poco più di due mesi fa, ma, come raccontavo qualche giorno fa, mi ha permesso di capire che con la giusta dose di voglia, di determinazione e di testardaggine (ed io di testardaggine ne ho da vendere)...se po fà.

Qualche ora fa ho ricevuto una chiamata importante via Skype da parte di due amici, di quelli speciali, che lo scorso 25 settembre sono partiti alla scoperta del mondo. Entrambi ultra quarantenni ed entrambi abbastanza pazzi per farlo, hanno scelto di prendersi un anno sabbatico e di lasciarsi trasportare dagli eventi e dagli aerei intorno al mondo, senza meta. Dopo poco più di tre settimane dalla loro partenza, sono felici e hanno già un diario pieno di esperienze che varrà la pena di raccontare e che gli stanno toccando l'anima nel profondo. Indiani cherokee, sciamani e balene sono solo 3 tra i tanti argomenti di cui abbiamo parlato nella nostra 'skyppata'. Quante emozioni, quanto trasporto e quanta vita nelle loro parole. E tra poco tocca a me...

venerdì 12 ottobre 2012

Sole, semplicità, FELICITA'

Sono a Milano da sole due settimane, ma, avendoci vissuto per oltre trent'anni, ho la presunzione di conoscerla piuttosto bene e anche di amarla a sufficienza per potermi definire al di sopra delle parti nel descriverne alcuni aspetti, direi, non propriamente positivi tra cui, ad esempio, l'assoluta e detestabile mancanza di sole. Tutto il giorno, tutti i giorni, infatti, il sole se ne sta ben nascosto dietro ad una coltre incolore di smog mista ad inquinamento atmosferico vario.
Possibile che nessuno gli abbia detto quanto è importante la sua presenza per noi? Trovo giusto che lui sappia di essere fondamentale sia per la nostra salute (mica per niente stanno tentando di convincerci che ci fa male ;) che per il nostro umore, ci riduce lo stress, ci regola il meccanismo sonno/veglia, ci regala energia e soprattutto non ci chiede nulla in cambio. E di questi tempi ;)

Ma torniamo a noi e alla mia amata/odiata Milano, al secondo posto della mia classifica personale del perché non si dovrebbe vivere qui c'è...il consumismo, sfrenato e quasi obbligato. Sì perché dovete sapere che vivendo nella tranquilla e imperturbabile campagna toscana, oltre a tanti altri vantaggi, si ha anche la non sottovalutabile fortuna di non essere mai ed in alcun modo bombardati né da vetrine luccicanti, né da centri commerciali accoglienti, né da cartelloni pubblicitari smaliziati ed invitanti, con la diretta ed eccellente conseguenza che...occhio non vede, cuore non duole e portafoglio non piange.
Al contrario ogni angolo di questa città sembra essere stato pensato per ipnotizzarti, per spingerti all'acquisto e, se pur ipotizzassimo di non avere nulla contro lo shopping estremo e in un certo qual modo compulsivo, non posso fare a meno di pensare che questo sia un ottimo ed alquanto infallibile metodo per crearsi la scomoda e pericolosa necessità di avere sempre maggiore denaro, intrappolandosi così in quella che Robert Kiyosaki chiama 'the rat race', la corsa del topo. Anche a me, e dopo soli 14 giorni, comincia a spuntare la coda... Devo andarmene di qui ;)

Tolti alcuni non trascurabili difetti, e un'esagerata e sempre crescente quantità di cemento, comunque, una grande città come Milano offre ai suoi abitanti tantissime imperdibile e meravigliose opportunità tra cui ad esempio...ora ci penso un pò meglio...

Prima di chiudere vorrei condividere un'ultima cosa, un pò più pratica, e più importante, diretta a tutti coloro che come sognano e bramano il cambiamento. In questo mese infatti i miei 'impegni' da nomade digitale  hanno portato i primi frutti reali e tangibili, ci tengo quindi a dare un messaggio di grande positività a chi ha scelto di costruirsi una piccola/grande carriera online per permettersi di  seguire i propri sogni. Credetemi VOLERE E' POTERE.

martedì 9 ottobre 2012

Io non ho paura...e sono FELICE

Tra 3 settimane esatte a partire da ora il nostro aereo starà per atterrare a Fuerteventura e la mia anima non può che gioire a questo pensiero.
Sono pronta, siamo pronti, siamo tranquilli, felici, vogliosi, ma senza eccessiva impazienza, emozionati quanto basta. Come per magia la nostra vita in Toscana sembra già lontana, come sopita, e il dolore del distacco non si sta facendo sentire se non per pochissimi coinvolgenti istanti.

Mi sono accorta in queste ore, in questi giorni di non provare paura, di non temere il cambiamento, la novità, sarà forse perché a questo cambiamento mi preparo dentro me stessa da sempre o sarà forse perché ho capito che nulla è immutabile e nulla deve essere a forza per sempre. Partiamo alla scoperta di un nuovo mondo, di nuove amicizie, nuove lingue, nuovo calore e nuove emozioni, ma in qualche modo so che quella dove atterrerò tra 21 giorni sarà una tappa del mio viaggio/vita e non la mia destinazione finale.

Sono FELICE!
GRAZIE!

sabato 6 ottobre 2012

Alla mia età...

Domandona: a che età secondo la nostra società si smette di essere giovani?  30, 40, 50? Questo significa che io a 36 anni dovrei già cominciare a valutare l'ipotesi di essere vecchia secondo voi? Davvero? Ma quanto conta realmente il numero riportato su un documento, l'età anagrafica, e quanto invece quello che ci si sente nell'anima? Dite forse che se ne avessi 16 di anni questa domanda non me la farei nemmeno ;)?

Scrivo queste parole perché negli ultimi mesi, ed in modo particolare negli ultimi giorni, sono come circondata da persone con il terrore di invecchiare e di ammalarsi a causa della propria età anagrafica (e non anagrafica), persone che al primo 'dolorino' corrono, pessimisti, dal medico curante e soprattutto persone la cui frase più ricorrente sembra essere 'se solo avessi vent'anni di meno'. Quindi di nuovo mi chiedo qual'è l'età giusta, se mai ce ne fosse una, per cominciare a sentirmi vecchia? A che età, secondo la coscienza collettiva, è giusto iniziare a sostituire la parola poi con la parola oramai cominciando a porsi dei limiti? Un pò temo la risposta ;)

E poi...a partire da quale età è 'giusto' cominciare a preoccuparsi che i propri 'valori'  rientrino nelle soglie di rischio stabilite da coloro che saranno ben felici di venderci costosi farmaci per rientrarvici in quelle soglie? Quanto c'è di sbagliato nel costringerci a sentirci malati? E quanto nel pubblicizzare confezioni di farmaci formato famiglia per ritrovare il sorriso? Sì lo so sono un sacco di domande, ma oggi la mia testa ha preso una strada tutta sua.

A mio parere basterebbe davvero poco per sentirsi meglio, per essere più felici, per vivere una vita più vita e a sentirsi quindi più giovani a cominciare ad esempio dallo spegnere la televisione evitando così di farsi irretire da sorridenti mangia farmaci e forse, ma qui probabilmente sto diventando troppo polemica, dallo smettere di frequentare con troppa assiduità studi medici e farmacie. Qualcuno tempo fa ha scritto:

se amassimo noi stessi le librerie sarebbero più frequentate delle farmacie

e io sono assolutamente convinta che avesse ragione.

Ma continuiamo con la polemica, oggi va così, perché proprio ieri, ad esempio, mi è capitata tra le mani l'ennesima 'dieta' per migliorare le proprie condizioni di salute, l'ennesimo regime alimentare, consigliato da un ennesimo medico, contenente tanti consigli anonimi e noiosi come solo le diete prescritte da un medico sanno contenere: pesce scondito, pollo bollito, formaggi mollicci e verdura stracotta e non ho potuto fare a meno di chiedermi come faccia un medico a non sapere, ad esempio, il fatto che buona parte dei nostri pesci, ahimé, contenga un'elevata concentrazione di mercurio (grazie all'inquinamento dei mari) o che gli animali d'allevamento, da cui vengono ricavati carni e formaggi, siano nutriti con mangimi altamente nocivi e costantemente imbottiti di antibiotici, mentre le verdure, una volta cotte perdono, tutte le loro capacità nutritive. O forse qualcuno glielo avrà detto?

mercoledì 3 ottobre 2012

Impegni, vita di riserva e FELICITA'

Ciao :) come state? Come stai mio blog e come stai tastiera che sto tanto trascurando negli ultimi giorni? Quanta voglia di scrivere tra le mie dita, nella mente e nel cuore e all'apparenza quanto poco tempo per farlo, in questi giorni il tempo sembra sfuggirmi, ne sento forte la mancanza, mi scappa via, veloce ed io non riesco a raggiungerlo. Oramai posso dire che siamo sistemati,  temporaneamente naturalmente, ma sentiamo di aver posato le nostre anime  (e le nostre valigie ;) nella 'nostra' Milano, creandoci a spinta uno spazio nella casa che molto gentilmente ci ospita. 

Poche ore fa, questa mattina, abbiamo detto addio definitivamente alla nostra macchinina ed io ho versato l'ennesima lacrima di emozione (devo davvero 'lavorare' di più sul mio attaccamento agli oggetti). L'ultimo legame burocratico è stato  così spezzato ed ora potremmo realmente decidere di partire domani stesso per la nostra amata destinazione, ma il nostro biglietto aereo dice 30 ottobre quindi...attendiamo. 

Ciò di cui vorrei scrivere stasera, ciò di cui sento forte il bisogno di condivisione, è un qualcosa che mi frulla nella testa da un pò (troppo?)...il rimandare, il posticipare, il mettere il momento presente in secondo piano...per l'ennesima volta infatti, mi sto rendendo conto di stare vivendo la vita di corsa, di fretta, a morsi veloci, senza godermela, senza amarla abbastanza, senza dedicarle tutta la meravigliosa attenzione che merita, ma soprattutto, grr che rabbia, di viverla in attesa di qualcosa. Ed io non voglio che sia così, io voglio riuscire a godermi ogni attimo della mia vita, bello o brutto che sia, perché è l'unico che ho in questo momento.

E allora mi chiedo, sarà normale? Sarà normale che negli ultimi 2 mesi, così come ora, io stia vivendo diciamo 'a metà', in un limbo di preparazione di quello che verrà? Un qualcosa che ho tanto sognato, tanto sogno, ma che ancora non esiste? Non dovrei forse fermarmi e godermi già adesso ciò che ho, ciò che sto vivendo, le meravigliose cose che mi accadono ogni giorno come doni dell'universo? Non è che sono anch'io vittima della sindrome da 'vita di riserva'? Forse sì, ma come dice sempre saggiamente il mio fidanzato: 'accorgersi di avere un problema equivale ad essere già a metà della soluzione' ;).