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venerdì 23 novembre 2012

Where were you?

'Where were you?' (Dov'eri? A cosa stavi pensando?) Ha chiesto con tono severo alla moglie l'omone inglese seduto proprio accanto a noi, subito dopo aver emesso un rutto enorme, formato omone inglese, per richiamarne l'attenzione; un rutto così enorme da far alzare le sopracciglia di tutti i presenti, altri omoni inglesi inclusi, a chiara forma di Mah?.

'Stavo solo guardando l'infrangersi delle onde sulla riva' ha risposto lei velocemente e a testa bassa, quasi giustificandosi e molto probabilmente mentendo, visto che in realtà, secondo me, stava cercando di ricordare se anche i principi azzurri delle favole che era solita leggere da bambina emettessero quei suoni così tremendi, e che allo stesso momento stava contando veloce dentro di sè, tentando di fare una stima almeno approssimativa del numero di vicini raggiunto dal 'tuono' e di cui quindi, una volta in piedi per avviarsi verso l'uscita, sarebbe stato meglio evitare lo sguardo dalle sopracciglia a forma di Mah?

Che bella lingua l'inglese pensavo invece io felice nel frattempo, 'Where were you?', 'Dov'eri?', rende davvero molto meglio l'idea di un semplice 'A cosa stavi pensando?' perché è proprio via che si va, quando si pensa, via dal presente, dal momento, dall'adesso.


Luca ed io ne parliamo spesso, del presente, soprattutto qui, nel paradiso terrestre, perché da poco abbiamo capito (che parolona ;) o per lo meno ci sforziamo ogni giorno di farlo, di capire, l'importanza dell'essere felici ora e non domani, ora e non tra un pò, ora e non quando quella o quell'altra cosa succederanno. 'Facile', direte voi, 'farlo lì nel paradiso terrestre. Vieni a farlo qui dove sto io'. 'Non è sempre facile nemmeno qui' rispondo io, anzi, a volte proprio non lo è per niente, e ancora oggi troppo spesso mi ritrovo in attesa di un qualcosa che deve ancora venire, o ancorata mentalmente a un qualcosa che è passato (e proprio per questo non modificabile) o auto imbrigliata in conversazioni inutili, succhia energie e dai titoli più noiosi:  'questo ha fatto quello', 'quello ha detto questo', 'ma non sarebbe stato meglio fare/dire quell'altro?'.
  
Poi però mi fermo, respiro, rifletto, e una vocina che nasce dall'anima (e fortunatamente non un rutto ;) mi ricorda che.?..qual'è l'unico momento davvero sotto il mio controllo se non questo. E quale l'unica persona che davvero posso cambiare se non me stessa?

5 commenti:

  1. e già...avevo più o meno questo pensieri ieri, dopo aver parlato un po' con una cara amica che mi sta aiutando, ascoltandomi, a tirar fuori quello che voglio davvero da me stessa e per me stessa, e a cui non lascio prendere la via per paure (legate al futuro) e insicurezze (legate al passato). Sembra così facile fare altrimenti..a parole...ma nei fatti!............
    Dai dai, CHE CE LA FACCIAMO!!!!! :))

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  2. p.s. la vignetta mi ha fatto fare un bel sorriso! :)))

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  3. Ciao Linda :))) hai ragionissima, dai dai che INSIEME ce la facciamo!!! Ti abbraccio, buonissima giornata :)

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